Abstract
Questo contributo esamina l’incontro tra tecnologie innovative (soprattutto Internet of Things e AI) e nuovi dati, biometrici e sensibili, nel governo delle migrazioni, alla luce delle più recenti riforme normative e giurisprudenziali, in Italia e in Europa. Attraverso un’analisi critica del c.d. data turn, si indagano i dispositivi giuridici e tecnologici impiegati per l’esternalizzazione del controllo dei confini, della detenzione amministrativa, delle procedure di espulsione. Guardando al dibattito interpretativo sulla definizione di paesi di origine sicuri e al diritto vivente a partire dalle pronunce rese in materia e alle prassi recenti, questo scritto riflette sui nuovi confini della protezione internazionale e sul crescente ruolo delle infrastrutture digitali nella sorveglianza e nel contenimento dei flussi migratori, evidenziando alcune criticità per quanto attiene il riconoscimento dei diritti umani, la tutela della privacy, l’inclusione nella protezione internazionale.
