Abstract
Questa nota esplora la concettualizzazione del giudizio giuridico come dramma nell'opera di Alessio Lo Giudice e radicalizza questa idea utilizzando il programma di critica radicale di Aníbal D'Auria. Sostiene che il giudizio non è solo un'azione drammatica, ma un palcoscenico iperdrammatico in cui forze politiche e sociali si confrontano, esacerbando i conflitti e la soggettività insiti nel processo giudiziario. Attraverso un'analisi comparativa, si dimostra come queste prospettive possano influenzare la pratica giudiziaria contemporanea e si riflette sulla necessità di una comprensione più profonda e critica del giudizio giuridico.
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