Abstract
L'articolo ripercorre le linee teoriche lungo le quali si è sviluppato il pensiero anarchico relativo alla questione criminale e alla punizione. Ogni modello libertario di organizzazione della convivenza si trova a dover affrontare le problematiche della devianza, della risposta al crimine, come offesa a beni fondamentali, e del conflitto. Partendo da Stirner, che arriva a immaginare un sistema informale di difesa collettiva nell’associazione degli egoisti, l’autore prende in esame le argomentazioni al confine fra filosofia penale e teoria dello Stato e della società espresse da Bakunin, Kropotkin, Malatesta, Molinari, Proudhon, Guyau e Godwin.
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