A cura di Salvatore Amato
“Benvenuti nella vostra obsolescenza” proclamava, qualche anno fa, un articolo pubblicato sul “New York Times Book Review”. In effetti, è difficile tener dietro ai continui cambiamenti determinati dalla Industria 4.0, in cui meccanica ed elettronica con tutte le loro svariate applicazioni, fisica e biologiacon tutti i loro complessi componenti, si incontrano a modificare l’economia, il lavoro, la politica, prospettando scenari in cui potrebbero essere il senso stesso della vita e del nostro rapporto con la vita e con l’ambiente a essere radicalmente modificati. Come sarà la Vita 3.0, la vita tecnologicamente ridefinita, nell’Eremocene, in un ambiente tecnologicamente rimodellato?
Il diritto ha il difficile compito di elaborare modelli normativi e categorie concettuali che ci consentano di sfruttare le infinite potenzialità determinate da sviluppi tecnologici così radicali senza che questo implichi la rinuncia a chiare e definite forme di assistenza e tutela della libertà e della dignità umana nei confronti di possibili manipolazioni, occasioni di sfruttamento, invasioni della sfera privata, prospettive di emarginazione, concentrazione di potere, mancanza di trasparenza.