Il concetto irriducibile di ‘Terzietà’ nella filosofia del diritto.
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Parole chiave

giudice
tezietà
dialettica
Schiavo e Signore
anello del simbolico

Come citare

Violante, M. (2020). Il concetto irriducibile di ‘Terzietà’ nella filosofia del diritto. Teoria E Critica Della Regolazione Sociale. Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/tcrs/article/view/287

Abstract

L'espressione "Terzietà" non è stata analizzata dalla legge come meriterebbe: riguarda solo il profilo del giudice - strettamente riduzionista - contrariamente a un significato più ampio e più profondo che potrebbe essere raggiunto, affrontando la "svolta ermeneutica" , che ha ripensato ai concetti di "pregiudizio" e "precomprensione". Per risolvere la difficoltà definitoria, si può estendere alle concettualizzazioni di Alexandre Kojève, trattate in "Linee di una Fenomenologia del diritto", rimodellando la "dialettica" hegeliana tra lo Schiavo e il Signore. In un'altra direzione, il soggetto implica una connessione con la psicoanalisi lacaniana, ripensata da Bruno Romano, in particolare, alla congiunzione tra "logos" e "nomos", garantita dall' "anello del simbolico". Il concetto di "Terzietà" non può essere definito una volta per tutte, ma può essere considerato come uno spazio vuoto - non mio, né tuo - aperto alla ricerca del significato.
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