Abstract
Con l’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici, le amministrazioni sono tenute a considerare le caratteristiche di sicurezza dei prodotti e dei servizi da acquistare come un autonomo elemento di valutazione. Quanto previsto dalla norma rischia di entrare in conflitto con la normativa sulle infrastrutture critiche e con il concetto di perimetro nazionale di sicurezza cibernetica, complicando la gestione degli appalti, soprattutto quando il contesto di utilizzo è legato alla tutela di ‘interessi strategici nazionali’. Si pongono a tal fine due problemi. Il primo è che l’amministrazione interessata dovrà giustificare il collegamento con gli interessi nazionali strategici. Il secondo, legato al prima, è se le amministrazioni, in modo discrezionale e autonomo, potranno definire i criteri per differenziare le ipotesi. Ne potrebbero derivare situazioni paradossali in cui lo stesso ‘bene’ verrebbe qualificato in modo diverso a seconda dell’amministrazione valutatrice, motivo per cui è necessario dotare le amministrazioni capofila di strumenti culturali e informativi adeguati.