Abstract
“Accabadora” indica una figura della tradizione popolare della Sardegna, incaricata di uccidere i moribondi. È anche il titolo di un romanzo pubblicato nel 2009 da Michela Murgia, che offre uno sguardo peculiare sull’eutanasia, mostrando che il significato che oggi attribuiamo a questo termine è inadeguato a esprimere il significato della morte nel sistema di regole della comunità sarda. Il romanzo infatti svela che tra ‘morire’ e ‘uccidere’ vi è un vasto territorio inesplorato, popolato di usi e significati che compongono un sistema di regole non scritte, non dette e talvolta neanche pensate.
L’invenzione letteraria romanzo mostra le forme e i gradi di normatività che compongono questo sistema regolativo, in cui anche il diritto è parte di una conoscenza tacita che si apprende come la lingua, attraverso l’imitazione e la ripetizione, in cui sapere come ci si deve comportare conta più del sapere perché si deve seguire quella regola.
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