Bachelard et Jankélévich, philosophes de L’eau. Quelques Fragments De Philosophie De L’imaginaire
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Parole chiave

elementi (acqua, aria, terra, fuoco), narrativa, immaginazione, linguaggio poetico, musica.

Come citare

Clero, J.-P. (2024). Bachelard et Jankélévich, philosophes de L’eau. Quelques Fragments De Philosophie De L’imaginaire. Bachelard Studies/Études Bachelardiennes/Studi Bachelardiani, (2), 137-157. Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/bachelardstudies/article/view/3610

Abstract

Nessuno penserebbe di mettere insieme la filosofia di Bachelard e quella di Jankélévitch, che a prima vista sono così lontane dai loro campi di lavoro ordinari. Eppure, entrambi hanno tentato una filosofia dell’immaginario che va controcorrente rispetto al modo ordinario di praticarlo. Infatti, il più delle volte, l’immagine visiva viene utilizzata come riferimento dagli autori che, nel XX secolo, vi si sono cimentati senza mai spiegare la loro scelta. I due uomini, che si conoscevano per essere stati contemporaneamente professori alla Sorbona, che certamente si leggevano – almeno, Jankélévitch cita Bachelard –, fanno il contrario di parlare dell’immagine come se fosse necessariamente visiva, trascendente, e al contrario manifestano una proprietà di immanenza dell’immaginario, e quindi scelgono la musica come schema principale dell’immaginario. Questa scelta è ovvia per Jankélévitch, che era un pianista; è meno evidente e segue percorsi tortuosi nell’opera di Bachelard che, evitando di prendere gli oggetti della visione come referenti privilegiati di una riflessione sull’immaginario, è in presenza degli elementi – acqua, terra, fuoco, aria – che non sono né oggetti né cose. Questi elementi sono raccontati e sognati attraverso la poesia e la musica, che non è necessariamente strumentale – pianistica – come per Jankelevitch, ma si adatta ad essi per ragioni che non hanno mai smesso di accomunare i due autori. Cercheremo di tenere conto di questo sorprendente legame e di mantenerlo attraverso la nozione di finzione in cui nessuno dei due ha cercato di scavare, ma in cui sembrano lasciare in eredità un’opera.

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