Abstract
Questo articolo si propone di studiare la dinamica storica della conoscenza, così come essa è intesa da Bachelard. Più precisamente, il contributo si focalizzerà sulla dialettica tra insegnante e studente e sul suo interrazionalismo, ponendo degli interrogativi apparentemente banali: “Chi?”, “Cosa?”, “Come?” e “Perché?”. In primo luogo, si tenterà di analizzare i soggetti ancorati e rettificanti, caratterizzati da uno statuo di ondeggiamento costante. Questo consentirà, in un secondo momento, di comprendere il pensiero scientifico nel suo “stato di pedagogia permanente”, fuso in una realtà multistrato che può essere individuata solo attraverso la deformazione. Infine, il contributo si proporrà di concepire l’istante pedagogico attraverso lo scarto morfologico attorno al quale si costruisce, tra animus e anima. Il pedagogico sarà così qualificato come “mostruoso”, nel tentativo di esprimere il progetto androgino della pedagogia, e per segnare il non luogo di un secondo tempo: quello ambiguo della conoscenza e del sogno.