Questo primo numero di «Acronia» è una monografia corale intorno a tre precise parole chiave: Spazi Confini Anarchia. A inaugurarlo è la traduzione del saggio di Davide Turcato che, riflettendo sul movimento anarchico italiano come movimento transnazionale, mette a punto un approccio metodologico prezioso e tutt’altro che assodato. Seguono lo studio di Marco Masulli sulla diffusione del sindacalismo anarchico tra la fine del xix secolo e gli anni trenta del xx secolo attraverso l’osservazione della circolazione di uomini, idee e pratiche tra Italia, Francia, Spagna e Argentina e Giulia Brunello che, attraverso lo sguardo di Maria Lacerda de Moura, offre un’analisi critica sull’anarchismo brasiliano in seguito alle grandi trasformazioni sociali e culturali che attraversarono il Brasile dei primi decenni del Novecento; Costantino Paonessa si concentra invece sul caso della colonia anarchica di lingua italiana in Egitto nel periodo del suo massimo vigore (1899-1906). Infine, due saggi che più insistono sul contesto nazionale. Quello di Eros Francescangeli, che si concentra sui rapporti tra socialisti, anarchici, e comunisti da un lato, e sindacalismo rivoluzionario, futurismo, dannunzianesimo politico e arditismo dall’altro, per riflettere sui confini tra anarchismo e nazionalismo, tra antibellicismo e interventismo, tra primo fascismo, arditismo e antifascismo originario. Chiude il numero il saggio di Roberto Carocci sul complesso e controverso tema dell’interventismo anarchico attraverso la biografia politica di uno dei suoi principali attori, l’individualista Attilio Paolinelli.