Abstract
I primi decenni del Novecento furono un periodo di profonde trasformazioni sociali e culturali, in cui si affermarono, anche in Brasile, nuovi modelli di comportamento sia maschili che femminili, e in cui l’arrivo del cinema cambiò la geografia della socialità urbana. L’articolo presenta le discussioni che si svilupparono all’interno del movimento anarchico brasiliano e in particolare il pensiero di Maria Lacerda de Moura (1887-1945). Interrogandosi sui ruoli di genere dettati dalla moda, la militante si domandava se la modernità promuovesse davvero l’emancipazione della donna oppure se i nuovi costumi non ribadissero piuttosto i ruoli tradizionali, in primo luogo della donna, che doveva piacere all’uomo oltre che assolvere ai compiti di moglie e di madre, riflettendo in questo modo il millenario dominio maschile.