Abstract
Le trasformazioni originate dalle tecnologie digitali stanno coinvolgendo anche il mondo della giustizia. Il mutamento, già in atto, non riguarda soltanto gli strumenti utilizzati e consiste essenzialmente nella traduzione della realtà in linguaggio binario, ovvero nel tentativo dell’uomo di rendere il proprio ambiente comprensibile alle macchine. In questo contesto assume rilievo l’idea di predizione, che pone al centro del discorso giuridico la struttura temporale dell’anticipazione. Il libro, avvalendosi del pensiero filosofico giuridico, si propone di riflettere intorno alle principali questioni che emergono nel discorso sulla giustizia predittiva, rilevando in chiave critica il conflitto di normatività generato dalla rivoluzione digitale.
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