Abstract
Riproduciamo su questo numero della rivista uno scambio di email tra i professori Eusebio e Florestano, recentemente rinvenuto negli archivi informatici dell’Università di Lagado, datato settembre 20281. A distanza di 10 anni da questo scambio epistolare, i curatori ritengono si tratti di un documento utile per ricostruire il clima culturale di quella che si è ormai soliti denominare “l’epoca della grande pandemia”. Un’epoca ormai fortunatamente superata, la quale ha segnato tuttavia in modo indelebile le vita di ciascuno di noi, al pari della società in cui viviamo. Lo scambio epistolare qui pubblicato costituisce in tal senso non solo una testimonianza del vicino passato, ma anche una traccia per comprendere il presente. In particolare, questo scritto ci stimola a immaginare come il mondo sarebbe stato se la pandemia non fosse terminata, così come è poi invece accaduto. Per coloro che credono nell’utilità del ragionamento controfattuale, questo scambio è un esempio luminoso. Ci mostra le preoccupazioni di studiosi non lontani da noi e le domande del mondo in cui vivevano, facendoci capire cosa sarebbe verosimilmente accaduto se la scienza e la civiltà dei comportamenti non avessero prevalso. Non possiamo dire di vivere nel migliore dei mondi possibili, ma certamente viviamo in un mondo migliore di quello a cui saremmo stati costretti se la pandemia avesse perdurato. Ad ausilio dei lettori, i curatori di questo carteggio si permettono inoltre di segnalare che lo scambio contiene alcuni argomenti di particolare interesse filosofico-giuridico: il bilanciamento fra principi (messaggi dell’8 settembre), lo stato d’eccezione (11 settembre), il contenuto minimo del diritto naturale (20 settembre).