Legge e teologia morale nell’Europa cristiana: i limiti della sacralizzazione nelle ultime opere di Paolo Prodi
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Parole chiave

Paolo Prodi, Giorgio Agamben, secolarizzazione, profezia, diritto e religione

Come citare

Lavenia, V. (2024). Legge e teologia morale nell’Europa cristiana: i limiti della sacralizzazione nelle ultime opere di Paolo Prodi. Studi Politici, (2). Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/studi-politici/article/view/4739

Abstract

Questo saggio analizza le ultime opere di Paolo Prodi, caratterizzate da una riflessione costante sulla teologia morale e sulla secolarizzazione. Il suo contributo più originale riguarda il conflitto tra legge e coscienza nella storia del cristianesimo latino: un problema che lo ha portato a progettare un trittico di libri influenzati non solo dalla Verfassungsgeschichte, ma anche da Harold Berman. Se per Max Weber il mondo moderno è nato dalla Riforma, per Prodi il conflitto medievale tra diritto canonico e diritto civile, e tra il foro interno e il foro esterno della giustizia, ha introdotto una struttura peculiare in Europa che sarebbe durata fino al trionfo degli stati-nazione e delle “religioni politiche”. Senza la “rivoluzione papale” non ci sarebbero state università, città libere, né il mondo mercantile, né un potere politico desacralizzato. La Riforma, secondo Prodi, ha rafforzato il ruolo dello stato riducendo il conflitto tra la norma divina e quella umana. Su un punto concorda con Weber: nur im Okzident (solo in Occidente) religione e istituzioni hanno permesso la nascita di una società che valorizzava il ruolo della coscienza individuale. Il saggio affronta anche il rapporto tra gli scritti di Giorgio Agamben e quelli di Prodi, mettendo in evidenza come, negli ultimi anni, lo storico cattolico sia stato spinto a riflettere sul ruolo della profezia religiosa da una visione pessimistica del destino del mondo occidentale.

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