Abstract
Questo saggio intende mettere in luce il ruolo della figura dei “Giusti tra le Nazioni” nello studio della Shoah. Molti storici, infatti, sostengono che enfatizzare la loro funzione potrebbe avere l’effetto di indebolire la memoria delle vittime, attribuendo la piena e totale responsabilità del genocidio ai soli nazisti. Al contrario, ciò che bisogna tenere in considerazione è che non erano necessariamente “eroi impeccabili e senza paura”, ma uomini e donne comuni in cui convivevano paura e coraggio. Pertanto, studiare le loro biografie può aiutarci a comprendere meglio come e perché molte società europee abbiano contribuito in modo significativo alla loro persecuzione. Ciò diventa particolarmente evidente attraverso l’analisi di un Giusto italiano, il Commissario Angelo De Fiore, capo dell’ufficio stranieri della Questura di Roma. De Fiore, pur essendo impegnato fin dall'inizio del 1939 nell'aiutare in vario modo gli ebrei, soprattutto stranieri, dovette difendersi in tribunale dall'accusa di collaborazionismo con i nazisti e il regime fascista.