Abstract
L’articolo si propone di indagare i sconcetti deleuziani di immagine e di affetto in quanto precursori del concetto di piega e del problema dell’individuazione, attraverso un confronto con due autori che li hanno ispirati. Nel caso dell’immagine, Bergson; nel caso dell’affetto, Whitehead. Sebbene immagine e affetto siano stati recepiti soprattutto in senso estetologico, la loro considerazione ontologica, in relazione alle proposte di Bergson e Whitehead, permette infatti di mostrarne l’importante ruolo nel ripensamento del problema della soggettivazione. Ciò perché immagine e affetto tratteggiano un nuovo rapporto tra soggetto ed esperienza, superando il dualismo soggetto-oggetto e rimettendo l’espressività (nel caso dell’immagine) e il sentire (nel caso dell’affetto) al centro dell’individuazione. Considerare l’immagine e l’affetto come precursori della piega aiuta inoltre a pensare il superamento del criterio dell’unità e della totalità, il problema del prospettivismo e il rapporto immediato tra piega ed etica – anche attraverso il ruolo del negativo.