Abstract
Il saggio esplora la concezione del linguaggio nei lavori di Gilles Deleuze, con particolare attenzione al suo rifiuto della semiotica strutturalista e alla valorizzazione del concetto di espressione. Attraverso le opere di Spinoza, Hjelmslev e Proust, Deleuze sviluppa una teoria del linguaggio come sistema immanente e produttivo di segni, opponendosi alla riduzione del senso alla significazione linguistica. Nel suo lavoro successivo con Félix Guattari, Deleuze approfondisce questa visione, criticando la semiologia strutturalista e promuovendo una semiotica immanente che considera il linguaggio come materia in continua differenziazione. Sarà poi nei suoi lavori sul cinema che elaborerà, anche sulla scorta delle proposte di Pasolini, l’idea di un linguaggio immanente la materia.