Abstract
Per Adorno, la possibilità di una prassi liberata è legata alla possibilità di un'esperienza liberata. L'obiettivo di questo contributo è chiarire questa relazione: per farlo, considererò innanzitutto il rapporto dialettico tra soggettività trascendentale ed empirica nel quadro del fondamento epistemologico kantiano, mostrando come questo fondamento impedisca la possibilità di una prassi liberata. Ciò chiarirà in che senso, per Adorno, l'attività spontanea e la prassi libera divergono radicalmente: per lui una vera prassi significa infatti esprimere la “necessità dell'oggetto” piuttosto che quella del soggetto. Infine, considererò la relazione tra la forma saggistica, l'opera d'arte e l'attività teorica in Adorno come un tentativo di superare la contraddizione del presupposto di una prassi libera nella nostra società.