Abstract
La prima parte del saggio richiama l'idea di Adorno secondo cui le opere d'arte articolano la voce delle vittime del dominio della natura esterna e interna. Le opere d'arte autonome rappresentano quindi la natura umana oppressa in modo antinomico. Adorno situa i concetti di nuovo e di progresso al centro della verità contraddittoria delle opere d'arte. La seconda parte del saggio esamina la particolare connessione di Adorno tra l'estetica della verità e la critica del dominio. La terza parte analizza come le considerazioni di Adorno siano state accolte nel discorso filosofico in Germania. Propongo di riportare in primo piano la connessione tra estetica e filosofia sociale, che solo occasionalmente viene sottolineata nel discorso accademico contemporaneo.