Abstract
In questo saggio viene descritto il rapporto tra Theodor W. Adorno e Arnold Gehlen, due filosofi e sociologi politicamente e scientificamente in conflitto che condividono alcune posizioni critico-culturali. Entrambi affrontarono gli sviluppi culturali e politici dell'età moderna con una visione scettica, alimentata da fonti diverse, in cui il pensiero di entrambi fu plasmato da catastrofi sociali (molto diverse) - le amare esperienze dell'esilio per Adorno e il declino della borghesia (come classe) per Gehlen. Vengono anche delineate quattro discussioni pubbliche tra i due avversari alla radio e alla televisione. Gehlen attribuiva la perdita dell'ordine sociale che osservava a una catena di disastri politici, mentre Adorno sottolineava il destino della cattura della società attraverso i principi della “reificazione” sotto il “principio dello scambio”. Si vede così la vicinanza di un pensiero della negazione, colto dialetticamente da Adorno e riempito di fatti da Gehlen. Nonostante tutte le differenze tra questi due studiosi, è stata l'arte ad avvicinare gli interlocutori. Il saggio, che illustra i temi tra loro opposti e coincidenti dei due protagonisti, si conclude con l'ode “opera difficile” di Hans Magnus Enzensberger del 1965, un'ode alla Dialettica negativa di Adorno.