Abstract
Le democrazie rappresentative di lungo corso, negli ultimi decenni,
sembrano essere entrate in crisi di legittimità. Le possibili reazioni sono
essenzialmente due (diametralmente opposte ma gemelle): adattare le
istituzioni alla minore partecipazione oppure stimolare una maggiore
partecipazione. Nel primo caso si verificano, come effettivamente accade
(es. Commissione europea, banche centrali), spinte tecnocratiche. Nel
secondo caso si sviluppano pratiche di partecipazione diretta e digitale
(le politiche pubbliche e i bilanci e partecipativi, le petizioni online,
le piattaforme di politica collaborativa ecc.), soprattutto a livello locale.
Così le due componenti che caratterizzavano la democrazia rappresentativa
tradizionale – da un lato quella delle élites, della competenza, delle
classi dirigenti e dall’altro quella del popolo, della partecipazione, della
mobilitazione – non sono più integrate pienamente nella democrazia
rappresentativa come un tempo, ma si giustappongono uscendo da lei
e trovano sede, ad esempio, o nelle istituzioni non maggioritarie o nelle
esperienze partecipative della società civile. La democrazia rappresentativa,
sottoposta a spinte centrifughe, tende a scomporsi.