Abstract
Il pervasivo e ubiquo visivo contemporaneo è prodotto da un particolare
occhio che è quello della macchina computazionale. A questa
“macchina che guarda” già agli inizi degli anni ’80 Paul Virilio assegnava
funzioni e caratteri talmente specifici da determinare un cambiamento
di paradigma. Ora che i laboratori di computer vision – la disciplina nata
all’interno dell’informatica per abilitare la macchina a vedere – sono diventati
il fondamento del visivo contemporaneo abbiamo l’obbligo di
studiare lo specifico tecnologico e gli impatti che esso produce.