Abstract
Questo contributo mira a definire la dimensione del cainismo machadiano attraverso l’analisi del Cuento e del Romance “La tierra de Alvargonzález”. Alvargonzález incarna l’essenza della Spagna del Desastre; una Tierra-Heimat dove Il fugace sogno di felicità del pater familias, dell’ingenuo uomo dei campi, svanisce con un efferato quanto inutile parricidio. Il profondo dolore che provoca la perdita dell’innocenza e la degradazione di una Terra dove prolificano zizzania e cupidigia crea un profondissimo legame tra il corpo fantasmatico del protagonista e quello del poeta sivigliano, tanto da poter identificare in Alvargonzález l’alter ego lirico di Machado. Passato eroico e presente Intrahistorico convivono in un racconto, in una Spagna che di lì a poco proverà a medrar senza esitare di versare il sangue del proprio fratello. La rilettura cinematografica postbellica dell’opera di Arturo Ruiz-Castillo mette in luce, a dispetto dello scontato happy end, quanto su tutti e tutto incomba sinistra l’ombra della Nemesis.