Abstract
In questo articolo sostengo la tesi che La poétique de la rêverie può essere interpretata in una prospettiva ecologica. L’approccio proposto non è però quello dell’ecologia scientifica, cioè un approccio oggettivo, in terza persona; al contrario, è un’estensione dell’approccio adottato dallo stesso Gaston Bachelard nella sua poetica, cioè quello della fenomenologia. Tuttavia, per suggerire una tale lettura dell’opera, è necessario allontanarsi dall’attenzione psicologica di Bachelard per l’immaginazione poetica e collocare la sua riflessione in un contesto ontologico. Per farlo, mi affido a un’estetica della natura acentrica, poi a una fenomenologia della carne. La decentralizzazione del sé a cui questo doppio percorso invita, finalmente, ci permette di comprendere la fantasticheria in senso ecologico, come affermazioni sul mondo e non solo come psicologia del “sognatore”.
Parole Chiave: Immaginazione, fenomenologia, ambiente, estetica, Godlovich, Merleau-Ponty