Abstract
Partendo dalla tesi che esiste una concezione dialogica del pensiero che attraversa tutta l’opera di Bachelard, si tratterà di sperimentare per prendere sul serio la centralità del concetto di scuola nella sua epistemologia. In questo senso, cercheremo di mostrare: 1) come, nelle scienze, il dinamismo di una ragione dialogica, polemica e aperta alla novità si contrapponga ad una strategia fondazionalista di tipo cartesiano; 2) come la ragione scientifica sia, per Bachelard, assolutamente prodotta dalla scuola; 3) come la scuola, e il “cogito dell’obbligo reciproco” che lei attiva, siano anche la determinazione strutturante della “città scientifica”, 4) come la scuola e la città scientifica hanno entrambi una funzione trascendentale come condizioni di possibilità di conoscenza scientifica; 5) come la scuola, mentre memoria del passato e garante della novità scientifica, sia l’unica istituzione universali capace di superare l’irreversibilità del tempo umano.
Si tratterà poi di mostrare che la scuola presuppone una metafisica discontinua del tempo e, specificamente, che la teoria bachelardiana dell’atomo del tempo come “evento puro”, consente di comprendere perché, e come, la novità sia possibile, non-solo nella scienza, ma anche nella vita. Ciò significa che direi molto poco sul tempo cosmico, astronomico, fisico. Ma vorrei dire qualche parola sul tempo umano.