Abstract
Per comprendere tutte le sfumature e l’originalità della filosofia bachelardiana occorre fare
attenzione agli aspetti “aurorali” e “crepuscolari” del suo pensiero. Si tratta di spazi teorici,
razionali e immaginari che sono intermedi fra quelli del giorno (la razionalità epistemologica)
e della notte (l’immaginario onirico e libidico). Solo considerando importanti questi
spazi d’incertezza, in un certo senso “impuri” e approssimati, possiamo cogliere la forza che
permette alla conoscenza scientifica di evolvere e trasformarsi grazie alle energie nascoste
nell’immaginazione poetica. Allo stesso tempo però possiamo imparare che la poesia, senza
la conoscenza, sarebbe solo un incubo notturno incapace di darci quella felicità e quel riposo
che il filosofo francese ha tanto cercato. In questo testo, si cercherà di mostrare quanta
importanza Bachelard abbia dato, nei suoi scritti, a questi spazi intermedi, nonostante la
netta separazione che ha sempre ribadito fra ragione razionale e immaginazione.