Abstract
L’articolo mette in evidenza come Bachelard abbia criticato la psicoanalisi dell’epoca troppo condizionata a “scoprire” e a “interpretare” piuttosto che a vivere il gesto artistico e l’immaginazione nel suo stupore e retentissement. Successivamente si mostra la relazione esistente fra la psicoanalisi bioniana e post-bioniana, e come Bachelard ne abbia anticipato i temi sia attraverso l’atteggiamento di ascolto libero e partecipato, sia mediante la rêverie, arrivando qualche decennio prima alla conclusione che l’immaginazione ed in particolare la rêverie e l’atto creativo e immaginativo sono una funzione sana dell’essere umano e non frutto di fissazioni infantili o di scariche emotive.