Collaborare o rigettare? L’arcipelago dell’accoglienza e il “mestiere d’antropologo”
Abstract
Da qualche tempo il mondo dell’antropologia e delle scienze sociali appare interessato al composito universo dei centri per l’accoglienza dei rifugiati. Non si tratta, tuttavia, di un mero interesse scientifico o etnografico, finalizzato magari allo studio di uno «spazio terzo», in cui «differenze incommensurabili», «proprie delle esistenze al confine» si aprono alle negoziazioni. Al contrario, l’aspirazione montante è quella di trasformare tali centri in spazi di applicazione professionale, entro cui espletare il “mestiere d’antropologo”. Quel mestiere, potremmo dire, la cui essenza consiste nel passaggio dall’osservare al fare. Il “fare” – o il partecipare a fare – l’istituzione.