9788857571027
2280-6865
Biannual
Blind review
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Il contributo si pone l’obiettivo di esplorare la possibile rilevanza di
un’analisi di tipo territoriale nell’odierna ricerca pedagogico-interculturale.Il testo inizia richiamando alcuni temi emergenti dalle ricerche che studiano le modalità con cui i flussi migratori si territorializzano nei paesi di destinazione. Successivamente il contributo fa riferimento ad alcuni elementi chiave della diversità che caratterizza la presenza migrante nel nostro Paese, e si sofferma sulle modalità con cui tale presenza viene territorializzata in diversi ambienti urbani. Infine, si suggerisce che un focus sugli aspetti legati al territorio appare oggi essenziale per affrontare la complessità di tematiche pedagogiche che emergono nei contesti educativi eterogenei.
Parole chiave: analisi territoriale; migrazioni; contesti educativi; diversità socioculturale; pedagogia interculturale
Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
The current features of the migration of asylum seekers and refugees
to Europe call for a redefinition of the tasks and scope of educational
and social work. After a brief examination of the policies and national
guidelines of SPRAR (Protection System for Asylum Seekers and Refugees) in Italy, this article uses a pedagogical perspective to investigatethe role of caseworkers in the Italian asylum reception system. Based on an empirical understanding of the everyday challenges of this professional practice, this paper shows the contradictions of the system through the perspectives of caseworkers. In particular, the paper highlights the gap between the institutional guidelines of SPRAR services concerning the role of caseworkers and practices on the ground. The article illustrates how the educational and training dimension, as well as pedagogical and intercultural competencies, are fundamental to the construction of caseworkers’ professionalism.
Keywords: forced migration; educational professionalism; reception
system; social inclusion.
University of Bologna.
Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano.
University of Bologna.
The presence of unaccompanied minors (UAM) in the Italian health
care system represents a recent phenomenon, not fully investigated
from a pedagogical perspective. The article reports findings from an
exploratory study on medical visits involving UAMs with low communicativecompetence in the language of interaction, and their accompanying educators. Adopting a Conversation Analysis-informed approachto a corpus of video-recorded visits, we analyze the “problem presentation” and “history taking” phases. We singled out two resources (the ‘pivot move’ and the ‘oscillating addressivity’) respectively used by the educator and the physician to 1) pursue the “incompatible goals” of their agendas and 2) manage the UAM’s participation in the interaction by attributing him agency (or not). Focusing on the (inter)professional challenges of this triadic medical encounter, in the conclusion we advance that the awareness of the communicative details through which agency can be allocated or revoked is part of the intercultural competences of professionals working for UAM’s inclusion in the host society.
Keywords: triadic medical visit; interprofessional care; doctor-patient
interaction; ethnography in health care settings; conversation analysis.
Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Per la tutela e l’integrazione dei minori stranieri non accompagnati
l’attuale normativa italiana prevede la figura dei tutori volontari, privati
cittadini adeguatamente formati che assumono gratuitamente la tutela di un minore a loro assegnato. Nella formazione dei tutori non si prevede l’acquisizione di competenze pedagogiche e interculturali. Molti educatori presenti nelle case che accolgono minori stranieri non accompagnati non hanno il titolo di educatore socio-pedagogico e poco si investe sulla loro formazione in servizio. Sebbene il possesso di competenze pedagogiche e interculturali sia necessario per coloro che lavorano con i migranti, non si allocano tempi e risorse sufficienti per questa formazione. Ciò nonostante gli operatori nel settore ne avvertono il bisogno.
Parole chiave: minori stranieri non accompagnati; educatori; tutori
volontari; formazione; competenze interculturali.
Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano.
Il contributo teorizza come per un’“intercultura di seconda generazione”
sia necessario inserire le competenze mediaeducative relative all’Information Literacy nel quadro delle competenze interculturali. Tali competenze non possono essere demandate solamente a figure dedicate alla comunicazione, ma diventano trasversali per le professionalità di lavoro con i migranti. Alcune caratteristiche della comunicazione “onlife” sono da un lato elementi che facilitano discorsi d’odio e ostilità xenofoba; d’altro canto, se opportunamente orientate in senso mediaeducativo e interculturale, possono invece contribuire alla sfida del “vivere insieme”. A seguito del profondo cambiamento in atto nell’ecosistema di produzione e distribuzione di informazioni, nel quadro del lavoro con i migranti e delle relazioni interculturali, sono competenti operatori capaci di leggere le nuove logiche della vita onlife, narrare storie individuali inserendole in una cornice narrativa collettiva, mediare tra i dispositivi tecnologici e i loro utilizzatori
in un regime di postverità, educare al pensiero critico e alla responsabilità. In quest’ottica ibridare la pedagogia interculturale con la media education rappresenta un’opportunità per gli interventi sociali con i migranti.
Parole chiave: competenze interculturali; media education; information
literacy; postverità; hate speech
Università di Trento.
L’articolo si interroga sugli ambiti di fragilità emergenti dal modello
di educazione interculturale in Italia e presenta i principali risultati di
uno studio quantitativo sulle traiettorie scolastiche di 1.325 studenti di
origine migrante iscritti al secondo anno della scuola secondaria nella
Provincia di Trento. L’analisi rivela modelli disomogenei nelle carriere
scolastiche (269) di questi studenti: il loro scarso rendimento comporta
differenze sul tipo di diploma conseguito, durata della frequenza e
tassi di abbandono scolastico e dimostra chiaramente l’urgente necessità di includere l’educazione interculturale contemporanea all’interno di un quadro concettuale di giustizia sociale, per creare un sistema scolastico equo e democratico.
Parole chiave: equità; canalizzazione formativa; studenti stranieri;
giustizia sociale; scuola secondaria
Università degli Studi di Firenze
Università degli Studi di Firenze
Il contributo riflette sui processi di costruzione identitaria delle figlie dell’immigrazione e sulle competenze interculturali che esse sviluppano nel processo di inserimento con il nuovo contesto. Seguendo un approccio alla ricerca di tipo qualitativo, viene analizzata la condizione di 26 ragazze, figlie di immigrati, di età compresa tra i 13 e i 20 anni che vivono a Firenze e a Madrid. Il lavoro, svolto in una prospettiva interdisciplinare, ha utilizzato la Grounded Theory in chiave costruttivista come metodo d’indagine e interviste semi-strutturate come strumento di rilevazione. I risultati mostrano come queste giovani siano soggetti propensi a sviluppare quelle competenze interculturali che permettono loro di elaborare in modo creativo ed efficace la loro identità plurima facendo valere la propria unicità e specificità.
Il contributo mette inoltre in luce l’urgenza di azioni educative da un lato a sostegno dei processi di costruzione del sé per queste ragazze dall’altro volte a contrastare pregiudizi diffusi nella società di accoglienza.
Parole chiave: seconde generazioni; famiglie dell’immigrazione; competenzenterculturali; mediazione; identità.
Università di Catania.
Il saggio illustra il pensiero e l’opera educativa di George Counts
(1889-1974), uno dei più controversi e complessi teorici, analisti e attivisti della galassia educativa dell’emancipazionismo e del pensiero libertario ed educativo americano della prima metà del Novecento. Nel
presentare le concezioni pedagogiche dello studioso americano, l’autore adotta una prospettiva critico-ermeneutica e assume, come fonti di ricerca, scritti e documenti mai apparsi nella loro traduzione italiana, contribuendo a una rilettura pressoché inedita degli studi dell’educatore americano. In tale direzione, sono discussi alcuni aspetti fondativi del suo pensiero e due elementi più dettagliati del dibattito pedagogico contemporaneo; nello specifico, una critica del presunto carattere di‘neutralità’ cui la scuola contemporanea dovrebbe aderire e la valorizzazione del ruolo di influenza esercitato dagli insegnanti all’interno della comunità scolastica e della più ampia società.
Parole chiave: George Counts, social reconstructionism; progressive
education; riforma scolastica.
Università di Napoli Federico II.
Il mondo del bambino, la sua sorte e i suoi diritti, sono stati il tema
della vita e dell’opera di Janusz Korczak. Ripercorrendo il pensiero educativo e il lavoro di uno dei più importanti educatori umanisti del XX
secolo, pedagogista sociale eccezionalmente dotato e rivoluzionario, nel presente lavoro cercheremo di riflettere su come la sua concezione pedagogica possa suggerire la necessità di una svolta antropologica nei sistemi educativi odierni. La pedagogia di Janusz Korczak, incentrata su valori universali alti e su una profonda sensibilità etica, potrebbe infatti offrire interessanti spunti per uscire dall’odierna crisi educativa, mplicando una visione del bambino come essere umano ‘completo’, che ha la capacità di migliorare la propria dignità lavorando su sé stesso attraverso un processo di autoeducazione coadiuvato da una relazione educativa con l’adulto basata sull’amore e sul dialogo.
Parole-chiave: pedagogia di Korczak; processi educativi umanizzanti;
sistema educativo di Korczak; pedagogia riformatrice; diritti dei bambini.
Università degli Studi di Firenze
L’articolo vuole indagare il tema del bullismo così come viene rappresentato nei graphic novel contemporanei pensati per un pubblico adolescente. Questa forma letteraria a metà tra il romanzo e il fumetto indaga infatti tematiche complesse e di grande attualità: intrecciando realtà e fiction, i romanzi grafici propongono riflessioni profonde e stimolano reazioni empatiche nei giovani lettori. L’articolo – dopo aver introdotto il tema del bullismo e dell’adolescenza – vuole esplorare alcune delle strategie visive e letterarie utilizzate dai graphic novel per incoraggiare una discussione sul tema. Lo studio si baserà quindi sull’analisi di tre romanzi grafici che mostrano diverse sfaccettature del fenomeno del bullismo, offrendo una visione realistica delle identità di bulli e vittime e dei contesti in cui essi si muovono.
Keywords: bullismo; letteratura per ragazzi; graphic novel; adolescenza.
Aix-Marseille Univiversité, Francia.
Lo scopo di questo contributo è discutere delle potenzialità di una
formazione internazionale per i formatori di insegnanti. La professionalità dei formatori degli insegnanti può beneficiare di un confronto nternazionale, mediato da risorse digitali e finalizzato allo sviluppo di competenze didattiche, linguistiche e interculturali. Come caso di studio, viene presentato il progetto internazionale “Blended Learning Training for teacher educators” (BLTeae), destinato ai formatori di insegnanti di diversi paesi europei e asiatici. Il progetto è presentato e discusso in chiave critica alla luce di prospettive emergenti sulle potenzialità di una formazione professionale sempre più globale e internazionale.
Parole chiave: competenze digitali; formatori degli insegnanti; Blended
Learning.
“Foro Italico” University – Rome
The paper is about the method of Symbolic-Anthropological. Expressive Mediation, which comes mainly from the research, training and supervision carried out in Eurinome, the School of Bodily and Expressive Mediation Pedagogy of Perugia (Italy). The specific methodology is set up as an educational re-working of methodologies, born in the dance-movement-therapy clinical field that enhances the symbolic and intercultural dimension of dancing and movement. The characteristic element of the method is the holistic approach. Bodily and expressive mediation is designed and proposed as a privileged dimension to enable the various components of the person in all its complexity, in consideration of the plot of cultural and human interactions in which he/she lives.
Keywords: intercultural education; holistic education; dance-movement- therapy; symbolic-anthropological methodology.
Università per stranieri di Siena.
Lo sfondo teorico in cui si inserisce questo contributo è quello che ha
visto coincidere l’identità personale con l’identità narrativa, e considera le storie che raccontiamo un modo per costruire mondi: i soggetti interessati alla mia riflessione sono le donne vittime di violenza, in particolare di violenza domestica. Intendo suggerire e dimostrare, tramite anche l’utilizzo di altri contributi interdisciplinari, che l’esposizione e la ri-esposizione mediatica del proprio narrato non è utile né agli effetti di una reale sensibilizzazione del pubblico, né tantomeno per le donne che hanno subìto violenza all’interno di
una relazione di prossimità e di fiducia; allo stesso tempo, intendo riflettere sulla necessità di una maggiore diffusione di alcune buone pratiche (autentiche azioni di giustizia sociale), utili per aiutare queste donne a liberarsi dal concetto di vulnerabilità e a ricostruire le loro identità scompaginate.
Parole chiave: violenza di genere; ricostruzione identitaria; comunità solidale.
“Coming out” in the life of young adults is a challenging and transformative experience not only because it contributes to a process of the realization of sexual orientation and self identification, but also because it can trigger a critical and reflective process, the outcome of which may be a full subjectivation of life
courses. This specific and crucial biographical event represents a transformative opportunity in accordance with Mezirow’s transformative learning theory not only with regard to the clarification of one’s sexual orientation but also to a full subjectivation of life courses, following a critical and reflective pattern. Within this framework, “coming out” can be understood and explored according to a transformative learning matrix, which helps to identify the steps followed and the changes occurred over time in the meaning perspectives homosexual individuals use to frame their understanding of reality.
Keywords: Transformative learning; critical reflection; self-determination
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa