Stile, modo, maniera
A cura di Alessandro Bertinetto, Andrea F. de Donato e Christian Frigerio
Stile, modo e maniera sono tre concetti che informano una discreta parte della filosofia contemporanea e la cui diffusione sembra suggerire che in almeno tre ambiti diversi – rispettivamente: epistemologia, ontologia ed estetica – sia aperta la possibilità di uno studio della forma intesa come nozione almeno parzialmente autonoma rispetto a ogni contenuto. In tal senso, allora, lo stile di ragionamento sviluppato da un’epoca non discenderebbe direttamente dalle teorie che in essa sono prodotte; il modo di esistenza di un ente non sarebbe deducibile da quelle che una volta si sarebbero definite le sue caratteristiche essenziali; la maniera di un’espressione artistica non costringerebbe l’opera entro binari talmente stretti da impedire al contenuto di determinarsi, in una certa misura, da sé. Allo stesso tempo, però, questi concetti suggeriscono che la forma non si possa concepire che nei termini di una variazione del contenuto, di una resa dinamica del contenuto, poiché è proprio dal contenuto che è possibile risalire alla modalità di variazione della forma, eccedente, perlomeno dal punto di vista modale, a un dato contenuto. A tal proposito, si potrà forse pensare lo Stile, il Modo e la Maniera come tre diversi nomi di un contenuto formale, di una articolazione creativa e genetica del classico binomio forma-contenuto, ma anche come tre nozioni cardine per molteplici linee di ricerca. Da un punto di vista epistemologico, è possibile che lo stile del pensiero inneschi nuove dicibilità degli enti, laddove invece il canone logico più classico lo ha sempre considerato un elemento spurio e dannoso per le norme del ragionamento? Da un punto di vista ontologico, è possibile che i modi d’esistenza rovescino un essenzialismo classico in favore di una nuova resa creativa degli enti? Da un punto di vista estetico, infine, è possibile che uno studio delle maniere d’espressività e di espressione possa mostrare in che modo l’opera d’arte si rivela in quanto resa poietica di una generatività ontologica? Tutti questi livelli d’indagine, in fin dei conti, non farebbero altro che focalizzare la nozione di differenza attraverso studi mirati: a quale condizione è possibile costituire un concetto puro della differenza degli enti? Dalla possibilità di uno studio sullo Stile, sui Modi e sulle Maniere dipende forse la pensabilità della differenza in quanto tale.
Le macro-sezioni tematiche corrispondono ai tre concetti indicati nel titolo:
- Il problema logico e ontologico dello stile, dunque la sua stessa fondazione epistemologica. Si tratta di un nodo teorico controverso e plurale, laddove la nozione di stile è stata oggetto, in filosofia, di modulazioni notevoli soprattutto nell’ultimo secolo. Al di là delle più tecniche investigazioni stilistiche condotte dai linguisti, tra le quali è necessario menzionare perlomeno il dibattito in linguistica culturale (Sarfraz 2022) o quello in traduttologia (Marupova 2023) o, ancora, quello tra developmental stylistic, stilistica cognitiva, stilistica pedagogica e letteralismo stilistico (Rimalova 2022), la filosofia ha sviluppato almeno tre grandi modi per intendere epistemologicamente il problema dello stile. Innanzitutto vi è il tentativo dell’epistemologia storica, per cui lo stile del pensiero, o stile del ragionamento scientifico, diventa un agente epistemico imprescindibile per cogliere il rapporto tra sensibilità del singolo e sensibilità di un’epoca nella produzione di teorie scientifiche (Hacking 2009); vi è poi il tentativo di singolarizzare un simile strumento epistemologico, affinché sia possibile l’ermeneutica di un ente individuale (Frank 1999); infine, vi è il piano in cui lo stile diventa indagine sulla genesi di un concetto, una prosa del concetto, e la stilistica testuale non basta più come logica del fatto di stile (Granger 1988; de Donato 2024).
- In ontologia, la nozione di “modo di esistenza” indica la necessità di tornare su un tema antico, quello che Aristotele esprimeva scrivendo che l’essere si dice in molti modi. L’opposizione tra la tesi dell’univocità dell’essere e il pluralismo dei modi di esistenza è il versante attualmente più rilevante dello scontro tra monismo e pluralismo, e la seconda posizione ha ricevuto nuova linfa grazie alla riscoperta del pluralismo esistenziale di Étienne Souriau (1943), all’ontologia materiale dell’oggetto tecnico e all’umanismo enciclopedico di Gilbert Simondon (1958), e soprattutto grazie all’indagine sui modi di esistenza di Bruno Latour (2012). Ma anche sul versante analitico, dove l’univocità stabilita da Quine ha a lungo costituito una sorta di dogma, diversi pensatori sondano la possibilità di applicare la strategia dell’impegno ontologico in una cornice nella quale l’essere si dice (o si quantifica) in molti modi (Turner 2010, McDaniel 2017, Rettler 2020). Tutte queste indagini lasciano emergere la necessità di uno studio del concetto stesso di “modo di esistenza”, riguardo il quale molti autori tendono a essere poco chiari (Frigerio 2024), e che invece sembra necessario se l’idea di un pluralismo esistenziale va definita.
- La possibilità di opporre uno stile di pensiero “manierista” al classico stile sostanzialista è stata sondata in vari modi dalla filosofia contemporanea (Jankélévitch 1957, Agamben 2014), ma ha anche permesso di generalizzare la specificità del manierismo come stile artistico per fare della maniera il principale oggetto dello studio dell’estetica nonché una sorta di metodo. Il progetto di una “estetica manierista” è stato formulato di recente da Sjoerd van Tuinen (2022) partendo dalla lettura deleuziana di Leibniz (Deleuze 1980). Un’estetica manierista farebbe dello stile artistico il suo perno, e permetterebbe di vedere il supposto “contenuto” dell’opera come pura variazione, come identità che procede dalla differenza. Il concetto di maniera farebbe da collante tra ontologia ed estetica, permettendo di concepire l’essere stesso come una forma d’arte che si produce da sé, come una messa in variazione spontanea che coincide col differire degli enti.
Pertanto, gli autori potranno soffermarsi anche (ma non solo) sui seguenti temi:
- I concetti di stile, modo (di esistenza o altrimenti inteso) e maniera nella storia della filosofia
- Lo stile come pratica epistemologica o come modulazione del trascendentale
- Rapporto tra stile e scrittura (filosofica, matematica, letteraria…)
- Rapporto tra soggettività narrativa e stilistica culturale
- Rapporto tra stile e abitudine
- Rapporto tra stile e gusto
- L’opposizione tra la tesi dell’univocità dell’essere e il pluralismo dei modi d’esistenza
- Lo statuto logico e ontologico dei modi d’esistenza nella filosofia contemporanea e il loro rapporto con le modalità
- Modi d’esistenza delle opere d’arte o degli enti matematici
- Il manierismo come stile filosofico
- La maniera come strumento per l’indagine in filosofia dell’arte e in estetica
- Rapporto tra manierismo e logica modale, o tra maniera e trascendentale
- Il pensiero manierista come ponte tra estetica e ontologia
Bibliography
Agamben G., L’uso dei corpi, Neri Pozza, Vicenza 2014.
de Donato A.F., Morfogenesi del concetto. Matematica e stile a partire da Deleuze, Orthotes, Napoli 2024.
Deleuze G., Le Pli : Leibniz et le Baroque, Minuit, Paris 1980.
Frank M., Style in philosophy: part I, “Metaphilosophy”, 30, 1999, pp. 145-167.
Frigerio C., Existential ontology: towards a first philosophy of modes of existence, “Cosmos and History”, 20(1), 2024, pp. 96-132.
Granger G.G., Essai d’une philosophie de style, Odile Jacob, Paris 1988.
Hacking I., Scientific Reason, Taiwan UP, Taiwan 2009.
Jankélévitch V., Le Je-ne-sais-quoi et le Presque-rien, 1. La Manière et l’Occasion, Seuil, Paris 1957.
Latour B., An inquiry into modes of existence: an anthropology of the Moderns, trans. C. Porter, Harvard UP, Cambridge 2013.
McDaniel K., The fragmentation of being, Oxford UP, Oxford 2017.
Rettler B., Ways of thinking about ways of being, “Analysis”, 80(4), 2020.
Rimalova L. S., Developmental Stylistics, in: “Journal of Linguistics”, 73, 2022, pp. 65-77.
Sarfraz M., Stylistic Analysis of Coelho’s novel The Alchemist, “International Journal of Linguistic Literature and Translation”, 5, 2022, pp. 58-66.
Souriau É., The different modes of existence, trans. E. Beranek & T. Howles, Univocal, Minneapolis 2015.
Turner J., Ontological pluralism, “Journal of Philosophy”, 107(1), 2010, pp. 5-34.
van Tuinen S., The philosophy of mannerism. from aesthetics to modal metaphysics, Bloomsbury, London 2022.
Deadline for submitting proposals: July 13, 2025 (christian.frigerio1@unimi.it & annddreadedo@gmail.com)
Notification of acceptance or refusal of the proposal after the peer review process: october 12, 2025.
Deadline for submitting the final article (after the potential revisions required by the reviewers): October 31, 2025.