Abstract
Questo articolo riflette sulle modalità in cui il fenomeno dell’archiviazione di elementi culturali, essenziale per l’acquisizione di capitale turistico sul mercato globale, si trasforma nel contesto delle cosiddette aree interne. Cercherò di evidenziare come l’idea di anarchivio, nell’elaborazione offerta da The SenseLab, sia particolarmente fertile per questo tipo di aree. Accanto a questo dispositivo pratico-teorico, prenderò alcuni elementi della ricerca Global Tools, portata avanti negli anni Settanta da un gruppo di architetti e teorici che, abbandonate provocatoriamente le città, si sono rivolti alle aree rurali per configurare una pratica pedagogica che coincidesse con la vita, allontanandosi da qualsiasi idea di fruizione distaccata. In conclusione, offrirò un esempio di anarchiviazione delle aree interne: Reminescenza del collettivo Spazio Vacante. Uno spunto concreto per la creazione di un plusvalore turistico radicato nella vita che fluisce anche laddove sembra essersi fermata da tempo.
