Abstract
Questo articolo esamina come le pratiche turistiche contemporanee, in particolare l’overtourism e il Turismo 4.0, rappresentino una profonda alienazione dell’esperienza estetica. Partendo dalle origini storiche del turismo nella tradizione del Grand Tour, analizziamo come la dimensione estetica del viaggio abbia subito molteplici fasi di alienazione, dalla iniziale mercificazione delle esperienze culturali alla situazione attuale in cui l’esperienza stessa diventa merce. L’articolo sostiene che, sebbene l’overtourism e il Turismo 4.0 sembrino fenomeni opposti, sono due facce della stessa medaglia, entrambi derivanti da una degradazione della dimensione estetica nonostante il loro legame con esperienze che mantengono una relazione fondamentale con l’estetica. Attraverso un quadro teorico che attinge dalla teoria classica dell’alienazione (da Rousseau alla Scuola di Francoforte), dimostriamo come l’industria turistica attuale non solo alieni l’esperienza estetica ma la riduca a scarto, trasformando porzioni della vita dei turisti in semplice confezionamento privo del contenuto emotivo promesso. Questa analisi rivela come la mercificazione dell’esperienza nel turismo contemporaneo rappresenti una nuova frontiera nell’alienazione dell’esperienza umana.
