Abstract
Fin dal suo esordio filosofico, Günther Anders – al secolo ancora noto come Günther Stern – elabora un’originale “fenomenologia dell’ascolto” critica dell’impostazione husserliana. Desideroso di abilitarsi a Francoforte con Adorno, Anders delinea una musicologia della “situazionalità” e ne fa la propria proposta di ricerca. Sfortunatamente, Adorno considererà troppo “heideggeriana” una tale prospettiva, bocciandola. Questo evento segna un vero e proprio spartiacque filosofico: da una parte l’ascolto inteso da Anders come fenomeno “situato” nello spazio, dall’altra invece la prospettiva sociologica di Adorno, che critica l’ascoltatore medio, regredito a causa del feticismo musicale. Se Adorno, com’è noto, è uno dei maggiori detrattori della “jazz music” in quanto fenomeno “popular” e commerciale, per Anders sembrerebbe invece che l’ascoltatore “antiquato” collochi la questione su un piano diverso: che senso ha l’ascolto della musica contemporanea nell’epoca della obsolescenza dell’essere umano?