Abstract
A partire dalla constatazione che l’approccio evoluzionistico contemporaneo non riesce a esaurire la ricchezza dei fenomeni estetici animali, l’articolo vuole essere un primo contributo, nella direzione di un’estetica animale comparata, ad un nascente ambito di indagini che necessita di un più ampio pluralismo interpretativo. Dopo una breve presentazione delle principali criticità dell’estetica evoluzionistica, la problematica estensione dell’estetica umana a animali non umani viene riformulata alla luce di un radicale riconoscimento della variabilità e pluralità dell’aisthesis animale. Una definizione dell’estetica come facoltà a componenti multiple aprirà quindi alla possibilità di un approccio comparato che troverà applicazione nell’analisi di un caso di studio.