L’estetica negli animali non umani
pdf

Parole chiave

estetica animale, fisiologia dell’estetica, preferenze sensoriali negli animali, basi etologiche dell’estetica, evidenze fisiologiche dell’orientamento estetico.

Come citare

Marchesini, R. (2024). L’estetica negli animali non umani. Scenari, (21). https://doi.org/10.7413/24208914178

Abstract

Si può parlare di un’estetica non umana? Indubbiamente nella nostra specie l’estetica ha assunto un valore ontologico particolare e una dimensione culturale che non possono essere imposti forzatamente a quella degli altri animali. Tuttavia, sarebbe estremamente sbagliato credere che l’orientamento sensoriale ed emotivo delle altre specie possa essere riferito solo a meccanismi di stimolazione comportamentale o di monitoraggio ambientale. La ricerca etologica ha dimostrato da decenni che le intuizioni di Charles Darwin relative alle preferenze estetiche nelle altre specie, le quali sono la base dell’evoluzione di alcuni comportamenti, come la scelta sessuale e il corteggiamento, hanno trovato conferma. Oggi sappiamo che gli stimoli estetici inducono specifici meccanismi fisiologici, come l’attivazione del sistema dopaminergico, ed è quindi possibile studiare le risposte di preferenza sensoriale presenti nei non umani. Queste preferenze sono dimostrate anche da altri meccanismi fisiologici, come la riduzione del cortisolo salivare nei cani quando ascoltano la voce umana o l’aumento della produzione di latte nelle mucche se allevate con musica classica in sottofondo. Come per altri aspetti, dobbiamo quindi concludere che, se è vero che la dimensione estetica nell’uomo ha avuto uno sviluppo che è andato oltre la semplice condizione etologica, è innegabile che le basi del comportamento estetico fanno parte del repertorio animale.

https://doi.org/10.7413/24208914178
pdf