Abstract
Lo scopo di questo articolo è quello di indagare le relazioni tra scrittura e pensiero. Questo obiettivo viene perseguito attraverso un confronto tra la pratica calligrafica del filosofo giapponese Nishida Kitarō e la concezione dell'écriture di Jacques Derrida. Sebbene vi siano alcune differenze significative tra gli approcci dei due filosofi, entrambi concordano nel mostrare come il pensiero si produca inseparabilmente dai corpi che lo esprimono e dai segni scritti che lo veicolano. La dimensione estetica è quindi inseparabile da quella teorica, come i due margini della différance. Le nozioni nishidiane di kōiteki chokkan 行為的直観 (intuizione attiva) e di narikiru 成り切る (conoscere diventando) saranno così esplorate attraverso il dialogo con le nozioni derridiane di différance ed écriture.