Abstract
Nell'estetica fenomenologica, l'esperienza dispiegata dall'opera d'arte è sempre stata uno spazio per ottenere una sospensione della nostra esperienza ordinaria. Da questa posizione, ci chiediamo se possiamo applicare lo stesso potere all'arte cinematografica. Grazie alle varie tecniche impiegate dalla settima arte, essa può inaugurare un'esperienza di epoché particolarmente riuscita. Merleau-Ponty riesce a cogliere questo potenziale, intrecciando il suo progetto filosofico con l'evento che il cinema rivela. È la possibilità, da un lato, di vivere un'esperienza condivisa e, dall'altro, di immergersi in un'altra esperienza, uscendo da una dimensione esclusivamente soggettiva. L'analisi del film di Bresson Au hasard Balthazar ci aiuterà a comprendere la visione cinematografica del fenomenologo francese, che trova nel mezzo cinematografico un vero e proprio interlocutore per la sua filosofia.