Abstract
Il saggio cerca di tracciare, dalla Fenomenologia della percezione a Il visibile e l'invisibile, un itinerario che possa rivelare le tracce di un modo diverso di fare filosofia, certamente appartenente a una tradizione che potremmo definire, con Jacques Derrida, “una certa storia filosofica del tatto”. Lasciandoci stimolare dalla lettura che Derrida offre in Toccare, Jean-Luc Nancy, un testo-omaggio dedicato all'amico, cercheremo di ricostruire questa storia filosofica del tatto, di confrontare il pensiero di Merleau-Ponty con quello di Husserl e di Nancy su questo tema, ma anche di trovare eredità forse insospettate da parte di filosofi successivi.