Un’architettura di segni. Il pensiero di Merleau-Ponty tra fenomenologia ed ermeneutica
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Parole chiave

Sign, Language, Perception, Body, Subject

Come citare

Ghilardi, M. (2024). Un’architettura di segni. Il pensiero di Merleau-Ponty tra fenomenologia ed ermeneutica. Scenari, (19). https://doi.org/10.7413/24208914156

Abstract

Questo saggio vuole mostrare come Merleau-Ponty apra una via di mezzo, che può apparire sia fenomenologica che ermeneutica, tra i due estremi di una visione che ingloba ogni alterità e impedisce ogni sviluppo cristallizzando le figure del sapere e del mondo, da un lato, e di un pensiero che evita di interrogare la trascendenza e lo strabordare dei fenomeni, riducendosi così al silenzio, dall'altro. Nei suoi scritti e nelle trascrizioni dei corsi, assistiamo alla consapevolezza della dinamica dialettica tra mondo e linguaggio, sé e altro, mappa e territorio, che emerge nella formulazione stessa di una domanda - o dal fatto stesso che una domanda debba essere formulata. Il mondo della percezione è sia il mondo in cui avviene la percezione sia il mondo di cui la percezione è costituita. La minima domanda razionale sulla propria percezione implica una “architettura di segni”, un sistema complesso di parole, concetti, forme di scrittura, gesti, atti dialogici o interpretativi che fanno parte del mondo e, insieme, cooperano alla sua organizzazione pratica e teorica.

https://doi.org/10.7413/24208914156
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