Abstract
Che cosa significa pensare? La domanda, che occupa uno dei tanti centri della tradizione moderna, da Kant a Heidegger fino ai più recenti sviluppi del dialogo tra neuroscienze e filosofia della mente, diventa oggi ancora più inevitabile. Infatti, i recenti sviluppi dell'intelligenza artificiale rendono inevitabile chiedersi se ciò che questa moderna tecnologia è in grado di elaborare possa essere qualificato come pensiero, se lo sia o meno oggi e, anche se non lo fosse oggi, se lo possa essere in futuro. Il saggio si propone di affrontare questa domanda facendo reagire un approccio classico, di matrice essenzialmente aristotelica, con alcune delle riflessioni sviluppate a questo proposito da Roberto Calasso, che, a partire da La rovina di Kasch (1983), si è ampiamente occupato del significato speculativo del rapporto tra analogico e digitale.