Abstract
Nelle società capitalistiche consumistiche, la forma merce media strutturalmente la vita quotidiana. La reificazione operata dalla merce nasconde la relazione sociale attraverso la sua forma sensibile, simile a una cosa estetica, e impedisce la possibilità di sperimentare la società in quanto tale. La critica della vita quotidiana, sia in Benjamin che in Adorno, mira a riattivare questa possibilità. Tuttavia, la loro strategia differisce radicalmente: mentre Benjamin vede una possibilità nella riappropriazione sensibile dell'apparato tecnologico, Adorno insiste sul fatto che solo nello spazio di autonomia estetica dell'opera d'arte è possibile sperimentare la società nella sua essenza contraddittoria.