Abstract
Questo articolo indaga l'attuale questione dei NFT, non fungible tokens, effettuando un'analisi da una prospettiva filosofica, basata sulle riflessioni di Walter Benjamin negli anni Trenta sull'“aura” (Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit). L'analisi sottolinea le implicazioni economiche, politiche e ambientali di questa “forma d'arte”, nonché della sua creazione, collezione, proprietà e scambio, riconducendosi a una nuova manifestazione di materialità. I NFT possono interrompere il rapporto sia con la tecnicità artistica sia con la stessa autorialità originale. Spostano l'attribuzione del carattere artistico dall'oggetto a un nuovo livello, ma non riescono a rinnovare il valore artistico nella misura in cui dipendono ancora dal mercato dell'arte e usano la scarsità artificiale, che si sovrappone al funzionamento dell'aura.