Abstract
“Io stesso trovo ancora nuovo il mio modo di filosofare, mi colpisce sempre di nuovo, per questo devo ripetermi così spesso. Se il mio modo di filosofare è sempre nuovo, mi sorprendo di dovermi ripetere così spesso... Sarà diventato parte della carne e del sangue di una nuova generazione, che troverà noiose le ripetizioni” (Cultura e valore, 1929). Lo stile di Wittgenstein è noto per la sua qualità ricorsiva - secondo alcuni interpreti, addirittura ossessivo-compulsiva. Lo stile rispecchia idee ricorrenti, come “I concetti non sono da usare in una sola occasione” (Zettel, 568) e “Non è possibile che ci sia stata una sola occasione in cui qualcuno abbia obbedito a una regola” (Indagini filosofiche, 199). L'obiettivo di questo saggio è mostrare come la nozione di ripetizione (Wiederholung) giochi un ruolo significativo nell'evoluzione del pensiero di Wittgenstein. È la manifestazione di una prassi filosofica che, pur rimanendo sullo sfondo, è una presenza costante nella sua produzione, collocandosi a fianco dei suoi concetti più noti. L'articolo ricostruirà il percorso di questa nozione attraverso le diverse fasi di Wittgenstein: dalle osservazioni sviluppate intorno al Tractatus, al suo costruttivismo matematico, alle successive analisi intorno alla rule following e ai principi delle pratiche linguistiche. In conclusione, si mostrerà come la nozione di ripetizione in Wittgenstein sia un punto di contatto saliente tra questioni teoriche, metodo filosofico e stile di pensiero.