Come citare
Abstract
Nel vasto panorama degli studi sul digitale, numerosi lavori hanno indagato le conseguenze cognitive dei dispositivi digitali sull'attenzione. Nel presente lavoro esamineremo due tra i più noti studi empirici sull'attenzione digitalizzata in assidui utilizzatori di media, con l'obiettivo di affrontare la questione in termini di modifica qualitativa. Cercheremo quindi di sostenere che gli autori di tali articoli finiscono per venire meno alle loro intenzioni, fornendo risultati che - come naturale conseguenza delle loro premesse concettuali - sembrano in definitiva intendere la distrazione degli utenti digitali come una mancanza di attenzione. A questo proposito, ripercorreremo brevemente il racconto fenomenologico di Paul Sven Arvidson sull'attenzione e la distrazione, suggerendo il suo potenziale ruolo nella reinterpretazione dei precedenti risultati sperimentali. Intendiamo così delineare un caso di studio in cui fenomenologia e scienze empiriche possono dimostrare un'interazione concreta e fruttuosa.