Abstract
Questo saggio si propone di mettere a fuoco alcune affinità e differenze tra l'opera letteraria, teatrale e cinematografica dello scrittore giapponese Yukio Mishima e il pensiero di Nietzsche sul tema della “morte libera”. L'obiettivo di questa riflessione interculturale è quello di impostare un confronto estetico ed etico-esistenziale tra due dei maggiori interpreti della modernità, rispettivamente europei e giapponesi. Mentre la riflessione di Nietzsche sul suicidio è influenzata esclusivamente dalla tradizione filosofica occidentale, la meditazione artistica e corporea di Mishima sul seppuku (切腹) è caratterizzata dalla tensione tra la sensibilità europea e l'identità culturale giapponese, che coesistono e contrastano allo stesso tempo. Mishima unisce, nella sua opera artistico-letteraria, la tradizionale “Via del guerriero” (Bushidō 武士道), i precetti dell'Hagakure (葉隠), il buddismo Zen e il radicalismo nazionalista giapponese con i valori della Grecia eroica, il romanticismo di Wagner e una peculiare lettura della filosofia di Nietzsche. Come interpreta Mishima il monito di Zarathustra a morire “al momento giusto”? In che modo il pensiero di Nietzsche, attraverso la lettura di Mishima, entra in contatto e si intreccia con l'arte e il pensiero tradizionale giapponese? Qual è il rapporto tra l'estetica di Nietzsche, l'esistenzialismo e il buddismo zen? Analizzando alcune relazioni importanti come quella tra amore, vecchiaia e morte e quella tra libertà, obbedienza e soggettività, cercherò di approfondire queste domande.