Abstract
Il presente lavoro intende affrontare la trattazione heideggeriana della
questione della libertà umana, quale essa si configura nel corso di lezioni
del 1930 Vom Wesen der menschlichen Freiheit. Einleitung in die Philosophie,
in cui la lettura delle Critiche kantiane culmina nel rilevamento
dell’insufficiente radicalità ontologica della concezione kantiana della
libertà trascendentale e pratica. Il nesso essenziale ravvisato con i concetti
di Kausalität e di Bewegung consente a Heidegger di mostrare come
la nozione kantiana di libertà umana comporti, in quanto fondata sulla
relazione di causa/effetto a cui sono sottoposti tutti i fenomeni naturali,
un’inevitabile ricaduta nella prospettiva metafisica di matrice aristotelica
improntata alla categoria della Vorhandenheit, nonché un’inautentica
modalità di comprensione dell’essenza dell’uomo. Muovendo da tale critica
alla filosofia pratica kantiana, si tenterà di illustrare come la “torsione
filosofica” auspicata da Heidegger nelle pagine conclusive dell’opera
succitata esprima la necessità di intendere la libertà non più in una prospettiva
meramente antropologica, identificando piuttosto nell’essenza
dell’Esserci il luogo manifestativo della libertà dell’Essere.