Beyond Language. The Semiotics of Marginal Foods
Abstract
Questo articolo intende esplorare, attraverso la lente della semiotica, la narrativa dei “cibi strani” come elemento costitutivo nella costruzione dell'identità dell’“altro”. Esamineremo gli spazi simbolici in cui le strutture di potere regolano il movimento degli “altri cibi”, la loro condivisione comunitaria emarginata o la loro proliferazione rizomatica in aree urbane distintive (come il Queens). Analizzeremo una serie di testi e immagini, che spaziano dalla legislazione normativa internazionale alle campagne sui social media dei partiti populisti, per ricostruire le modalità attraverso cui i cibi provenienti da fonti esterne (cibi immigrati, cibi innovativi) sono significati e regolamentati nei contesti dell'UE e degli Stati Uniti. Concluderemo con l'analisi di Deleuze (1969) sul rapporto tra mangiare e parlare, illustrando le connessioni tra le pratiche linguistiche e il consumo di cibo. Partendo da questa idea, esploreremo perché le discussioni sull'“altro”, sul nemico, iniziano spesso con la caratterizzazione del loro linguaggio - suoni stranieri - e si estendono al loro cibo “strano”.
