Là ou ça sent la merde/ ça sent l’être. Considerazioni semiotiche sui poop cafè in Corea del Sud

Autori

  • Giustina Benedetta Baron

Abstract

Questa ricerca semiotica esplora l’emergere del fenomeno del “cibo bizzarro” all’interno della fiorente cultura del caffè in Corea del Sud, con particolare attenzione ai caffè a tema che mettono in discussione le norme convenzionali del consumo alimentare. In particolare, il Poop Café (Ddong Café) è analizzato come caso di studio, esemplificando la trasformazione di un soggetto tradizionalmente tabù — le feci — in un motivo ludico e appetibile per il consumo. Lo studio esamina come la presentazione giocosa di cibi e bevande nel locale — con tazze a forma di toilette e piatti stilizzati esteticamente per ricordare gli escrementi — ricontestualizzi le associazioni culturali legate alle feci, spesso connesse alla fortuna e alla tenerezza. Attraverso l’analisi delle implicazioni semiotiche di questi temi inusuali, la ricerca mette in luce come i poop cafè coinvolgano i visitatori in un’esperienza sensoriale che va oltre il semplice atto del consumo, invitandoli a partecipare a un complesso intreccio tra carineria, disgusto e superstizioni arcaiche. Da questa prospettiva, il fenomeno del cibo bizzarro emerge come riflesso della convivialità post-mediale contemporanea, offrendo spunti di riflessione sull’evoluzione dell’identità culinaria in Corea del Sud.

 

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Pubblicato

2025-07-14

Come citare

Baron, G. B. . (2025). Là ou ça sent la merde/ ça sent l’être. Considerazioni semiotiche sui poop cafè in Corea del Sud. E|C, (43), 4–14. Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/ec/article/view/5264

Fascicolo

Sezione

Articles