La solitudine comunitaria. Alcune riflessioni a partire dagli scritti di Michel Houellebecq
Abstract
Questo articolo indaga il concetto di vivere-insieme attraverso gli scritti di uno dei moderni bardi della solitudine: Michel Houellebecq. La discussione si apre esaminando i cambiamenti sociali contemporanei legati alla frammentazione delle comunità e alla riorganizzazione attorno a una solitudine collettiva o di massa. L’articolo argomenta che la letteratura di Houellebecq rappresenta fedelmente questa condizione di solitudine, e tenta di proporne soluzioni letterarie. Si dimostrerà che tali tentativi sono impossibili e continuamente frustrati all'interno delle narrazioni. La vera vittoria sulla solitudine si ottiene attraverso il contatto con il lettore tramite forme di attivismo passivo ed empatia negativa, che modulando il punto di vista del lettore attraverso uno scontro compassionevole con i protagonisti. In conclusione, si mostra come la letteratura di Houellebecq acquisisca uno status sociale capace di riassemblare la solitudine collettiva attraverso la sua condivisione. Nei romanzi di Houellebecq, la solitudine collettiva può trasformarsi in una solitudine comunitaria attraverso ciò che Barthes chiamava idioritmia, la giusta condivisione delle distanze.