Inerzia e massa. Configurazioni dell'attante collettivo nell'opera di Isaac Cordal

  • Valentina Carrubba

Abstract

Questo intervento intende indagare l’opera di Isaac Cordal, street artist, scultore, fotografo e video-maker impegnato su fronti tematici che vanno dal climate change all’europarlamentarismo, dall’educazione alla finanza, dalla biodiversità all’olio di palma, nel quadro più generale di una riflessione epocale intorno alla condizione umana. Le installazioni dell’artista, implementate in contesti urbani ed espositivi, si offrono sotto il regime della miniaturizzazione. Sculture di uomini di una quindicina di centimetri, calvi e brutti di mezza età, vengono prodotte in serie e collocate in spazi che, nel cambio di scala, diventano il terreno di una scena di erranza del contemporaneo. Perlopiù in giacca e cravatta, con una parte più o meno leader di funzionari del sistema, questi ometti stanno insieme, come insetti, nel cieco movimento dell’ammasso. Isolati anche in gruppo, senza passato e senza futuro, indaffarati oppure immobili, li troviamo immersi nei detriti o con l’acqua fino al collo, in un atto che pare precedere l’epilogo.

Nella forma-fiume dell’opera di Cordal ci si presenta quell’attante collettivo che è la massa e ci si mostra il dramma della più impersonale delle enunciazioni. Le varie soluzioni espressive ci portano a ragionare su diversi aspetti che descrivono forme del collettivo: dall’organizzazione alla mediazione dei dispositivi, dall’identità dei singoli attori alla configurazione di un mondo condiviso, dalla mereologia agli orizzonti narrativi. Quello che è in scena, ovunque, è un’umanità alla deriva, come un essere insieme ai limiti dell’estinzione, verso il totalmente estrinseco e la disgregazione inerziale dell’individuo.

È all’elaborazione poetica di questo caso-limite dell’attante collettivo che si rivolge la nostra analisi, nella considerazione dell’intero corpus delle installazioni, attestate nel sito ufficiale dell’artista. Come nella malattia, più che nello stato di salute, ci si rende conto del funzionamento di un organismo, così è nella crisi del collettivo che Cordal ci mostra le dinamiche del suo funzionamento. Nella sua arte, d’altra parte, non c’è catarsi, e quello che si osserva ha l’aspetto di una (di)mostrazione, per assurdo, dello scordato coro della commedia umana.

Pubblicato
2024-10-14
Come citare
Carrubba , V. (2024). Inerzia e massa. Configurazioni dell’attante collettivo nell’opera di Isaac Cordal. E|C, (41), 418-434. Recuperato da https://mimesisjournals.com/ojs/index.php/ec/article/view/4461